giovedì 18 novembre 2010

Didattica dei Social Software e del Web 2.0


Petrucco Corrado (a cura di)
Didattica del Social Software e del Web 2.0
Edizione 2010
Editore: CLEUP - Padova


Non è un caso che nella scuola e all'Università siano ancora poco utilizzati i Social Software e gli strumenti del Web 2.0: assieme a molti rischi essi offrono anche enormi potenzialità .
Il loro utilizzo costringe, infatti, a un coraggioso ripensamento della didattica, che si apre al mondo esterno e può far entrare in contatto gli studenti con comunità professionali e di pratiche che discutono e operano su artefatti concreti del mondo reale.

Questo testo presenta una raccolta di significative esperienze in questo senso, proponendo l´uso ragionato di Blog, Wiki, Wikipedia, Google Earth e altri software anche nei contesti formali dell'educazione e della formazione, nella prospettiva di favorire l'acquisizione di tutte quelle competenze digitali considerate ormai fondamentali per poter accedere alla Rete ed esercitare a pieno titolo i propri diritti di cittadinanza digitale.

martedì 28 settembre 2010

Progetto Didaduezero a Trento

Mentre gli studenti usano i social software al di fuori della scuola e ne fanno propri i contesti informali d'uso, è ancora molto raro che essi entrino a far parte della didattica come supporti specifici di attività curricolari.

Il progetto di ricerca-azione Didaduezero, attuato dall'Università di Padova - Scienze della Formazione - in collaborazione con l'IPRASE, ha voluto indagare sull'apprendimento nei processi informali e non-formali mediati dalle nuove tecnologie del Web 2.0 e su una loro possibile integrazione con quelli formali scolastici.

I primi risultati della ricerca, che ha coinvolto 8 Istituti della Provincia di Trento e ha previsto la creazione e la sperimentazione di ambienti di apprendimento attivo contestualizzati nel mondo reale e percepiti come utili a tutta la comunità, hanno evidenziato come sia possibile sviluppare una efficace integrazione fra scuola e territorio.

Seminario

"Social software e Web 2.0"
giovedì 30 settembre 2010 dalle ore 14.30 alle ore 18.30

Aula magna nord palazzo istruzione
Via Gilli n. 3 - Trento

14.30 Saluti
Marta Dalmaso, assessore all'istruzione e sport,
Provincia Autonoma di Trento

14.45 Introduzione ai lavori
Francesco Bailo, IPRASE

15.00 Interventi
Corrado Petrucco, Dipartimento scienze dell'educazione, Padova
Marina De Rossi, Dipartimento scienze dell'educazione, Padova

15.30 Presentazione Progetti scuole
I.C. Riva 2
I.C. Ala, I.C. Avio
I.C. Cles
I.I.S. Martini di Mezzolombardo
coordina Fabrizio Personeni, Dipartimento
scienze dell'educazione, Padova

17.30 Interventi
Daniela Ceccato, direttore dell'Ufficio sistema informativo e sviluppo progetti informativi, Provincia Autonoma di Trento
Italo Della Noce, direttore dell'Ufficio controllo tecnico, gestionale e programm. del SIEP, Provincia Autonoma di Trento

18.30 Conclusioni
Arduino Salatin, direttore dell'IPRASE

lunedì 21 giugno 2010

Piccole note riassuntive sul Convegno "Corporate Storytelling"


Piccole note riassuntive sul Convegno "Corporate Storytelling"


Voglio ringraziare veramente tutti, relatori e pubblico (che ha riempito la sala) per la partecipazione appassionata partecipata. Sono state raccontante (ed ascoltate) molte "buone storie" che ci hanno fatto riflettere su ciò che la narrazione fa emergere nei contesti aziendali, didattici e comunicativi.

Forse per qualche ora siamo stati tutti protagonisti di una "narrazione condivisa", cosa che di questi tempi, non è certo da poco.

Corrado


Interventi della Mattina (*)


Etienne Wenger, il famoso ricercatore che ha formalizzato il concetto di "Comunità di Pratica", ha conquistato tutti con la sua competenza e disponibilità. Nel suo intervento “The role of storytelling in communities of practice” ha illustrato come le diverse tipologie di narrazione possano nascere nelle comunità di pratica, contribuendo in maniera significativa al loro sviluppo.


Roberto Saracco, responsabile del Telecom Future Center di Venezia, ha parlato nel suo intervento “Raccontare il futuro che c'è già” delle difficoltà di una grande azienda di telecomunicazioni nel comunicare al pubblico il suo operato, essenzialmente fatto di chilometri di cavi, server e apparecchiature. Ha presentato il Future Center di Venezia, un luogo in cui l’azienda si racconta, in maniera originale e interattiva, presentando la sua identità e la sua visione del futuro.


Cristina Cocchetto “I processi di trasferimento delle competenze”, del gruppo COIN, ha parlato in termini entusiastici di un’esperienza dell’azienda che ha contribuito a riposizionare il brand e a integrare il cambiamento non solo in termini di immagine, ma anche di servizio ai clienti, attraverso una serie di iniziative di formazione interna che hanno trovato nel racconto e nella condivisione delle esperienze sul campo uno dei metodi più efficaci per rendere il cambiamento comprensibile e coerentemente applicabile a ogni livello dell’azienda.


Andrea Fontana “Storytelling: strategie e modelli di intervento della narrazione d’impresa”, dell’Università di Pavia, ha presentato una panoramica delle potenzialità dello storytelling in azienda, con particolare attenzione alla comunicazione con il cliente. Uno degli esempi proposti ha riguardato un “magalog”, ovvero un mix tra “magazine” e “catalog” che ha permesso a un’importante azienda di mobili di presentare i propri prodotti nel contesto di una storia.


Giuseppe Marcuccio "La costruzione della consapevolezza del proprio valore in azienda" di Intesa San Paolo Private Banking, ha condiviso un’esperienza del gruppo bancario in cui 52 dipendenti/manager hanno raccontato “quello che meglio sanno fare sul lavoro”. Molto interessante è stato il processo di analisi dei racconti che ha fatto emergere differenti percezioni e modi di rapportarsi sia con i clienti che con i colleghi.



Interventi del Pomeriggio


Antonino Mola, “La PA si rinnova: il digital storytelling nei portali della pubblica amministrazione”)della Regione Veneto, ha presentato un nuovo approccio della Pubblica amministrazione che vuole avvicinarsi alle esigenze del pubblico anche “raccontandosi” attraverso il digital Storytelling.


Fabio Grigenti “Il farmaco della parola” e Umberto Curi “Il pathos della narrazione”, docenti di filosofia dell’Università di Padova, hanno coinvolto il pubblico con due interventi di grande spessore culturale che hanno svelato le radici antiche della narrazione, utilizzata in chiave esplicativa e persuasiva.


Laura Ottaviani e Matteo Masiero “La narrazione come strumento di ricerca e atto rievocativo culturale” hanno presentato il progetto PARIMUN, un’esperienza di successo che ha coinvolto università e impresa, evidenziando l’importanza della formazione esperienziale nella gestione del cambiamento.


Claudia Stella, Generali Group Innovation Academy, nel suo intervento “Voci e volti di una storia
formativa: un’esperienza di storytelling per fare e misurare la formazione” ha illustrato un progetto che ha trovato nel Digital Storytelling uno strumento di grande utilità per far emergere percezioni, aspettative e pratiche. I filmati presentati al convegno hanno stupito tutti per la qualità e il forte impatto emozionale, frutto di un lavoro appassionato che ha coinvolto molti dipendenti dell’azienda.


Alessandro Cafiero, responsabile dell’AIF Veneto, nel suo intervento “Apprendere e comprendere consapevolmente l’organizzazione” ha portato un’esperienza di formazione che ha visto nello Storytelling un punto chiave per connettere temi, obiettivi e risultati.


Corrado Petrucco, Monica Campion e Vittorio Marone dell’Università di Padova, con il nostro intervento “Storytelling & Problem Solving: conoscenza situata, storie e problemi”, abbiamo introdotto le potenzialità del digital storytelling per il problem posing e il problem solving in azienda.



(*un grazie anche a Vittorio Marone per gli abstract)

lunedì 14 giugno 2010

Convegno sullo storytelling e le Comunità di Pratiche

Sono veramente felice di essere riuscito ad organizzare questo convegno sul tema della narrazione, a cui sono molto legato. A tutti gli amici che volessero partecipare, un arrivederci a Venerdì 18 a Padova.
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CORPORATE STORYTELLING
Convegno di studi
Padova 18 giugno 2010
9:30 – 17:30 Aula “E” Cortile antico del Bo
http://www.educazione.unipd.it/corporatestorytelling/


Ogni organizzazione o azienda è fatta anche di storie e la loro condivisione crea comunità e modelli di interpretazione del sé e del mondo. Le storie hanno la straordinaria capacità di fare appello alle nostre emozioni e sono capaci di persuadere e di stimolarci al cambiamento in modo tanto più efficace quanto più proviamo empatia per i protagonisti di quelle stesse narrazioni.
Il convegno, presentando studi ed esperienze tra Università e Impresa sul tema del Corporate Storytelling, si propone di indagare queste potenzialità, con particolare attenzione allo sviluppo e al sostegno delle comunità di pratica (E. Wenger). Verrà inoltre affrontato il tema della narrazione nelle aziende e nelle organizzazioni, anche attraverso le tecnologie digitali con il Digital Storytelling, che si propone oggi come efficace strumento per la comunicazione e la formazione, in grado di far emergere criticità e conoscenze anche in contesti di crescente complessità organizzativa e gestionale.

giovedì 20 maggio 2010

ForumPA: the Google way per la scuola




Oggi allo stand ho presentato assieme al responsabile di Google per il Nord-Est, e di Vannuzzi, general manager per l'Italia il progetto degli studenti di scuola media di Riva del Garda che hanno utilizzato Google Earth per mappare il loro territorio.

Ecco il link:
http://www2.globalbase.it/GoogleEducationV2.pdf

L'esperienza è descritta dalla slide n.20 in poi.

giovedì 6 maggio 2010

Wikipedia a scuola: qualcuno ha volato sul nido del cùculo....





Due righe su un tema che mi appassiona e mi ha portato a scrivere un paper per Didamatica 2010,
se lo trovate interessante lasciate un commento.

Wikipedia scuola?

Wikipedia e le pratiche dialogiche e di ricerca informativa ad essa
connesse, possono rappresentare il cardine di una "piccola"
rivoluzione epistemologica nella didattica e nella percezione
che la società ha sul senso ed il ruolo della scuola.

Scuola e Wikipedia possono condividere una stessa comunità di pratiche e di apprendimento?
Ogni articolo di Wikipedia è a tutti gli effetti un “artefatto condiviso” le cui modalità di revisione ed aggiornamento sono codificate in regole che devono essere rispettate se non si vuole correre il rischio dell’esclusione dalla comunità.
I collaboratori di Wikipedia si sentono infatti parte di una comunità più ampia anche se il loro contributo si limita spesso alla cura di poche singole voci: da un lato quindi è presente un senso di appartenenza ad un processo collettivo di costruzione di conoscenza e ad un progetto comune, dall’altro si vengono a creare degli luoghi cognitivi de-centralizzati (voci di Wikipedia) in cui ogni partecipante trova le sue “nicchie di lavoro” e di competenza.

Wikipedia possiede perciò una caratteristica che le altre enciclopedie non hanno: si fonda su di una comunità di pratiche molto estesa ed eterogenea che condivide gli stessi valori ed un impegno attivo volto allo sviluppo e alla sua manutenzione. In questo senso potremmo definire ogni articolo di Wikipedia anche come un ”boundary object” un oggetto di confine che viene condiviso e utilizzato da più persone anche in modi differenti ma che comunque possiede un nucleo che ne mantiene costante una sua integrità .

Le esperienze delle scuole con Wikipedia sono ormai molte e presenti in tutto il mondo ed alcune hanno fornito lo spunto a livello istituzionale per una sua introduzione nella pratiche didattiche: ad esempio nella recente proposta di riforma della scuola primaria Inglese si propone una precoce familiarizzazione degli studenti proprio con i social network e con Wikipedia .

La scuola in questo senso può ricoprire un ruolo importante nel progetto di Wikipedia e viceversa Wikipedia può a sua volta fornire un importante supporto ai processi didattici ed educativi. Il paradigma di riferimento non può che essere di tipo costruttivistasociale in cui le attività didattiche più efficaci sono quelle rivolte a sostenere un apprendimento intenzionale, collaborativo ed in cui gli studenti sono attivamente impegnati a costruire conoscenza dialogica attraverso modalità di partecipazione aperte di “legitimate peripheral participation”.
Alla fine questa processo si concretizza in un “prodotto” condiviso su Web e che viene percepito come un utile servizio reso agli altri. Inoltre il processo sottintende una visione non più statica della conoscenza ma dinamica e in perenne trasformazione come Freire ci ha da tempo suggerito. Wikipedia, intesa come un vero e proprio “social software”, è allora uno strumento efficace che permette la condivisione e la memoria dei discorsi, delle pratiche, dei segni, dei linguaggi......[leggi il full paper]

giovedì 22 aprile 2010

didamatica 2010 commenti ad alcune presentazioni

Twitter a scuola? - E. Spadavecchia (USP - Vicenza)
Come si può utilizzare Twitter a scuola? Le posizioni sono molto varie: lo strumento di per sè è
"povero" ma si può utilizzare in un'ottica di peer-education e di interazione tra pari.
Thomas Barrett ne identifica addirittura 29. Piattaforma "EdModo.com" servizio di messaggistica istantanea con monitoraggio degli accessi. Twitter usato negli scambi culturali tra classi tedesche ed Italiane. Gli studenti hanno interagito tra pari. Non c'è tuttavia una dimostrazione che Twitter abbia migliorato gli apprendimenti della lingua straniera.
Genitori e colleghi insegnanti hanno accolto con favore l'iniziativa. Prospettive future di Twitter? Forse diventerà uno strumento di comunicazione come Skype.
Commento: sperimentazione pionieristica, motivazione degli studenti elevata dovuta all'uso informale del mezzo.

Recupero insufficienze con il Web 2.0 - E. Valle (Lombardia)
Come utilizzare gli strumenti del Web 2.0 per il recupero delle insufficienze.
Commento: intervento inqualificabile.


Processi educativi "Design Inspired" C. Giovannella et altri
Processi educativi "Design Inspired". Monitorare la qualità dell'esperienza formativa.
Livello cognitivo, sociale, fisico ed emotivo. L'emotività influenza l'apprendimento: la comunicazione emotiva risulta essere di tipo multimodale. Come valutare il grado emotivo nei testi tipici delle interazioni on-line. Il prototipo gira sull'ambiente LIFE dell'università di Tor Vergata. Attraverso il vocabolario utilizzato si cerca di mappare le emozioni per esempio tra i partecipanti ad un Corso on-line.
Commento: interessante ma lo strumento è complesso nel suo utilizzo e nella decodifica (grafici molto complessi).



Didattica e Social Software: il Wiki (Averna e Baldassarre)
I social network rispondono ad esigenze fondamentali dei giovani e questi possono essere utilizzati anche nei processi didattici. Il Wiki è uno strumento didatticamente molto utile ma va utilizzato in maniera mirata per ogni livello di età e di competenza. Bisogna adeguare l'uso dello strumento al livello dei discenti.
Esempi d'uso:
1) Vivere le fiabe - Un Wiki per bambini di età tra i 5 e i 7 anni arricchito dai loro contributi con l'aiuto degli insegnanti.
2) Stage in asilo nido - Le insegnanti utilizzano il Wiki per condividere le esperienze professionali con foto, testi, commenti... anche per chi non era presente.
3) Ambito Matematico - Un Wiki per aiutare i ragazzi a risolvere i problemi matematici, comprensione del testo del problema.
4) Wiki per preparasi all'esame di stato (per es. la Fisica)
L'insegnante ha proposto la creazione di un Wiki con un glossario e dei link alle risorse della Rete (video, testi, ecc.)
5) Wiki per l'orientamento. la creazione di un portale per aiutare i ragazzi ad orientarsi nella scelta della Facoltà e per creare un ponte tra scuole-università.

Commento: interessante modalità esplorativa d'uso dello strumento in molti contesti


Social Network ed elaborazioni cognitive ( )
Le abilità cognitive dei ragazzi sono differenti anche in fruizione del tipo di media utilizzati.
Che rapporto tra media e persuasione? La "Captologia" che studia i processi persuasivi legati alla multimedialità su web (Fogg, 2005) macro-persuasione e micro-persuasione : Facebook ad es. per la sua stessa struttura porta ad interagire in uno stesso modo. In Facebook foto e messaggi di status sono importanti in questo senso. Sono frammenti di racconti autobiografici che stimolano empatia e reazioni emotive in chi li legge.


Attività educative attraverso il Social networking: Prevenzione 2.0 - Vagnozzi
Che impiego Educativo possono avere i Social Network? Per esempio per la prevenzione delle dipendenze. Facebook è molto dispersivo, non va bene, Ning potrebbe essere più adatto in questo senso. Ma anche il Blog può andare bene (su Ning ---> "Prevenzione 2.0").
La sperimentazione è stata sulle dipendenze (alcool, droghe, ecc..) e l'intento era di migliorare la comunicazione ai giovani su questo tema. Gli obiettivi del progetto vogliono fornire un aumento di consapevolezza su questi temi, con uno stimolo alla narrazione delle proprie esperienze.
Commento: applicazione molto interessante ed efficace, da sperimentare anche in altri contesti.

giovedì 25 marzo 2010

convegno SIREM 2010 - Roma


In tempo reale il convegno annuale della SIREM a Roma. Interventi del prof. Galliani, P.G. Rossi e Rivoltella.

Rivoltella: Come pensare alla tecnologia in ambito Didattico-scolastico? Due modelli:
il Market pull e il Technological push.

Il Pull sono i bisogni dei mercati ad influire sull'introduzione della tecnologia.

Il sistema scuola quale modello adotta? Pensa alla tecnologia per bilanciare le carenze di organico (ad es. corsi on-line in mancanza delle risorse per farli in presenza; oppure pensare alla tecnologia per soddisfare le richieste dei genitori - immagine della scuola).
Ma è difficile a priori prevedere la futura 'domanda'. Chi mi garantisce che investire migliaia di euro in tecnologie mi darà effettivamente la direzione corretta?

Il Push invece presuppone al contrario che l'innovazione tecnologica di per sè cambi i gusti delle persone, quindi nella scuola introduco le tecnologie perchè questa migliora gli apprendimenti...
Ma quali variabili sono effettivamente in gioco in una valutazione poi degli apprendimenti? E quindi quale modello adottare? Ragionare su due problemi 1) Innovazione e Tecnologia: come si determinano? 2) E quindi come il sistema scuola può adottare teccnologia e produrre innovazione?

Pensiamo alle affordances delle tecnologie (D. Norman) reali e percepite! Contano però anche i bisogni che vengono dalle pratiche d'uso. Contano le retoriche del Marketing.
(riferimento a Rogers) 1) visibilità delle tecnologie 2) facilità d'uso 3) reversibilità 4) valori del gruppo condivisi.

Che strategie allora adottare?: dobbiamo considerare 1)formazione 2)didattica 3)management e 4)tecnologia

Formazione
Quali competenze?
culture giovanili
linguaggi dell'oggi (alfabetico, critico sui contenuti, espressivo)

Didattica
formale-informale
individuale-collaborativo (peer-education)
auto-istruzione/costruzione cittadinanza digitale

management
Web 2.0
logiche di rete (condivisione di contenuti)
social tagging

tecnologia
Web 2.0 e piattaforme ----oltre l'e-learning tradizionale
mobile learning
multicanalità e fluidità dei contenuti



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M. Lessona, della De Agostini Libri scolastici:

I libri di testo costano 174 euro per studente a famiglia. Ma come vengono utilizzati i libri di testo nella scuola italiana? Si passa negli anni da libro di testo come "inquadramento teorico" a "unificatore linguistico" (richiesto per gestire il problema degli studenti immigrati).

Ma non c'è solo il libro di testo, sempre più importanza hanno i "supporti digitali", per esmpio per le LIM. Le LIM attualmento *non* sono una realtà diffusa, meno del 10% delle scuole ne possiede una.

Nel 2012-2013 si dovrebbe passare ai libri digitali. Ma cosa succederà per allora nelle scuole?
Non bastano queste iniziative estemporanee se poi la spesa dello stato per la banda larga e le tecnologie è del tutto insufficiente, rispetto a tutti gli altri paesi del mondo. Negli USA la spesa è di 230 euro per studente.

Il mercato dell'editoria scolastica in Europa è difficile per gli italiani. Nessun editore italiano è considerato importante a livello europeo e mondiale. E' importante pensare ad un mercato allargato ed internazionale.

Su cosa puntare? Sul mobile, sui siti web tematici che offrono risorse didattiche, e poi?
Ora l'editoria scolastica nella sua filiera è cambiata: le librerie, i grossisti, avranno ancora un ruolo? Tre proposte:

1) Detrazioni fiscali per i libri scolastici (e accademici?)
2) L' IVA è ora al 4% per i libri, il digitale ha l'iva al 20%
3) Partecipazione degli editori all'innovazione didattica.

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Elena Mosa - ANSAS
Insegnanti Digitali: competenze, profilo, formazione (cl@ssi 2.0) con la collaborazione del CREMIT di Milano.

C'è stato un monitoraggio qualitativo nel corso degli anni sulla formazione degli insegnanti gestita dall'INDIRE: dal 2001 ad oggi (da ForTIC in poi). All'inizio la percezione era di una Rete che era vissuta come un'enorme biblioteca dove cercare informazioni ma erano poco 'incarnati' nelle pratiche quotidiane formali ed informali. I Forum tematici erano i più frequentati.

Si delineano tre profili: neofita, praticante e pioniere (Martin, univ. di Glasgow):
nel 2000i praticanti erano circa il 15% nel 2008 sono oltre il 50%.

Si è passati da un concetto di formazione stile "laboratorio di informatica" a quella sui linguaggi multimediali e quindi c'è stato un passaggio da una "Literacy" di base ad una considerazione sulle competenze.

S. Cannella - ANSAS
L'ambiente PuntoEdu sta cercando di creare delle comunità che rimangano anche dopo i momenti formali dei corsi e quindi anche nell'informale. "Le tecnologie devono entrare dentro i saperi disciplinari" (Ala-Mutka, 2008). Il tutor diventa ora un "coach" con un notevole cambio di ruolo. Una indagine di tipo etnografico voleva verificare se erano cambiate le pratiche d'uso della tecnologia da parte degli insegnanti come:

-reazione dei partecipanti
-apprendimento
-applicazione sul lavoro

Piano Nazionale Qualità e Merito finalizzato al miglioramento in matematica: dal dichiarato all'agito, prima rilevo presso gli studenti e poi, dopo l'azione didattica, verifico con opportuni test gli apprendimenti.

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G. Biondi - ANSAS

La formazione degli insegnanti è pensata ora sia per le aree disciplinari che nei comportamenti professionali. Il problema della matematica è uno dei più sentiti sia a livello di prestazioni che di didattica con le tecnologie. Nel 2011 le scuole dovranno adottare i libri digitali, può essere l'occasione per pensare ad una nuova generazione di contenuti digitali (non solo PDF!)
Nuove modalità per la costruzione delle conoscenze che si deve connettere agli ambienti di apprendimenti innovativi.
Le LIM non sono che una delle tante tecnologie che l'ANSAS supporta, l'accento non è quindi su una o l'altra delle tecnologie esistenti o che verranno ma sul *processo di apprendimento" che devono migliorare. Come creare un ambiente amichevole per gli studenti.

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Galliani - Università di Padova

Bisogna passare dalle sperimentazioni delle nuove tecnologie alle pratiche diffuse.
Bisogna passare agli e-book d'accordo...e poi? o bisogna anche pensare contenuti digitali?
Monitorare e valutare ma per *cambiare* con una valutazione partecipata, nel progetto cl@ssi 2.0 la valutazione partecipata tra tutti gli attori non c'è.
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Biondi --commento finale

Cl@ssi 2.0: l'investimento non sarà proporzionale ai risultati: mai dare la tecnologia "a pioggia",
ci vogliono certamente investimenti in formazione e metodo. L'insegnante è una figura cruciale, gli insegnanti più bravi devono essere pagati di più, l'avanzamento di carriera non deve più essere automatico ma legato al merito.
I processi di innovazione devono essere continui, la formazione iniziale ed in servizio degli insegnanti deve essere costante.