giovedì 25 marzo 2010

convegno SIREM 2010 - Roma


In tempo reale il convegno annuale della SIREM a Roma. Interventi del prof. Galliani, P.G. Rossi e Rivoltella.

Rivoltella: Come pensare alla tecnologia in ambito Didattico-scolastico? Due modelli:
il Market pull e il Technological push.

Il Pull sono i bisogni dei mercati ad influire sull'introduzione della tecnologia.

Il sistema scuola quale modello adotta? Pensa alla tecnologia per bilanciare le carenze di organico (ad es. corsi on-line in mancanza delle risorse per farli in presenza; oppure pensare alla tecnologia per soddisfare le richieste dei genitori - immagine della scuola).
Ma è difficile a priori prevedere la futura 'domanda'. Chi mi garantisce che investire migliaia di euro in tecnologie mi darà effettivamente la direzione corretta?

Il Push invece presuppone al contrario che l'innovazione tecnologica di per sè cambi i gusti delle persone, quindi nella scuola introduco le tecnologie perchè questa migliora gli apprendimenti...
Ma quali variabili sono effettivamente in gioco in una valutazione poi degli apprendimenti? E quindi quale modello adottare? Ragionare su due problemi 1) Innovazione e Tecnologia: come si determinano? 2) E quindi come il sistema scuola può adottare teccnologia e produrre innovazione?

Pensiamo alle affordances delle tecnologie (D. Norman) reali e percepite! Contano però anche i bisogni che vengono dalle pratiche d'uso. Contano le retoriche del Marketing.
(riferimento a Rogers) 1) visibilità delle tecnologie 2) facilità d'uso 3) reversibilità 4) valori del gruppo condivisi.

Che strategie allora adottare?: dobbiamo considerare 1)formazione 2)didattica 3)management e 4)tecnologia

Formazione
Quali competenze?
culture giovanili
linguaggi dell'oggi (alfabetico, critico sui contenuti, espressivo)

Didattica
formale-informale
individuale-collaborativo (peer-education)
auto-istruzione/costruzione cittadinanza digitale

management
Web 2.0
logiche di rete (condivisione di contenuti)
social tagging

tecnologia
Web 2.0 e piattaforme ----oltre l'e-learning tradizionale
mobile learning
multicanalità e fluidità dei contenuti



----------------------------------

M. Lessona, della De Agostini Libri scolastici:

I libri di testo costano 174 euro per studente a famiglia. Ma come vengono utilizzati i libri di testo nella scuola italiana? Si passa negli anni da libro di testo come "inquadramento teorico" a "unificatore linguistico" (richiesto per gestire il problema degli studenti immigrati).

Ma non c'è solo il libro di testo, sempre più importanza hanno i "supporti digitali", per esmpio per le LIM. Le LIM attualmento *non* sono una realtà diffusa, meno del 10% delle scuole ne possiede una.

Nel 2012-2013 si dovrebbe passare ai libri digitali. Ma cosa succederà per allora nelle scuole?
Non bastano queste iniziative estemporanee se poi la spesa dello stato per la banda larga e le tecnologie è del tutto insufficiente, rispetto a tutti gli altri paesi del mondo. Negli USA la spesa è di 230 euro per studente.

Il mercato dell'editoria scolastica in Europa è difficile per gli italiani. Nessun editore italiano è considerato importante a livello europeo e mondiale. E' importante pensare ad un mercato allargato ed internazionale.

Su cosa puntare? Sul mobile, sui siti web tematici che offrono risorse didattiche, e poi?
Ora l'editoria scolastica nella sua filiera è cambiata: le librerie, i grossisti, avranno ancora un ruolo? Tre proposte:

1) Detrazioni fiscali per i libri scolastici (e accademici?)
2) L' IVA è ora al 4% per i libri, il digitale ha l'iva al 20%
3) Partecipazione degli editori all'innovazione didattica.

------------------------------------------------------

Elena Mosa - ANSAS
Insegnanti Digitali: competenze, profilo, formazione (cl@ssi 2.0) con la collaborazione del CREMIT di Milano.

C'è stato un monitoraggio qualitativo nel corso degli anni sulla formazione degli insegnanti gestita dall'INDIRE: dal 2001 ad oggi (da ForTIC in poi). All'inizio la percezione era di una Rete che era vissuta come un'enorme biblioteca dove cercare informazioni ma erano poco 'incarnati' nelle pratiche quotidiane formali ed informali. I Forum tematici erano i più frequentati.

Si delineano tre profili: neofita, praticante e pioniere (Martin, univ. di Glasgow):
nel 2000i praticanti erano circa il 15% nel 2008 sono oltre il 50%.

Si è passati da un concetto di formazione stile "laboratorio di informatica" a quella sui linguaggi multimediali e quindi c'è stato un passaggio da una "Literacy" di base ad una considerazione sulle competenze.

S. Cannella - ANSAS
L'ambiente PuntoEdu sta cercando di creare delle comunità che rimangano anche dopo i momenti formali dei corsi e quindi anche nell'informale. "Le tecnologie devono entrare dentro i saperi disciplinari" (Ala-Mutka, 2008). Il tutor diventa ora un "coach" con un notevole cambio di ruolo. Una indagine di tipo etnografico voleva verificare se erano cambiate le pratiche d'uso della tecnologia da parte degli insegnanti come:

-reazione dei partecipanti
-apprendimento
-applicazione sul lavoro

Piano Nazionale Qualità e Merito finalizzato al miglioramento in matematica: dal dichiarato all'agito, prima rilevo presso gli studenti e poi, dopo l'azione didattica, verifico con opportuni test gli apprendimenti.

---------------------------------------------
G. Biondi - ANSAS

La formazione degli insegnanti è pensata ora sia per le aree disciplinari che nei comportamenti professionali. Il problema della matematica è uno dei più sentiti sia a livello di prestazioni che di didattica con le tecnologie. Nel 2011 le scuole dovranno adottare i libri digitali, può essere l'occasione per pensare ad una nuova generazione di contenuti digitali (non solo PDF!)
Nuove modalità per la costruzione delle conoscenze che si deve connettere agli ambienti di apprendimenti innovativi.
Le LIM non sono che una delle tante tecnologie che l'ANSAS supporta, l'accento non è quindi su una o l'altra delle tecnologie esistenti o che verranno ma sul *processo di apprendimento" che devono migliorare. Come creare un ambiente amichevole per gli studenti.

--------------------------------------------
Galliani - Università di Padova

Bisogna passare dalle sperimentazioni delle nuove tecnologie alle pratiche diffuse.
Bisogna passare agli e-book d'accordo...e poi? o bisogna anche pensare contenuti digitali?
Monitorare e valutare ma per *cambiare* con una valutazione partecipata, nel progetto cl@ssi 2.0 la valutazione partecipata tra tutti gli attori non c'è.
---------------------------------------------------------

Biondi --commento finale

Cl@ssi 2.0: l'investimento non sarà proporzionale ai risultati: mai dare la tecnologia "a pioggia",
ci vogliono certamente investimenti in formazione e metodo. L'insegnante è una figura cruciale, gli insegnanti più bravi devono essere pagati di più, l'avanzamento di carriera non deve più essere automatico ma legato al merito.
I processi di innovazione devono essere continui, la formazione iniziale ed in servizio degli insegnanti deve essere costante.