sabato 16 giugno 2007

Dopo l'EDEN

Di ritorno da una settimana intensa conclusa con la partecipazione a Napoli ad EDEN 2007 "New learning 2.0" provo a tirare le somme.
Sarò cattivo.
Devo dire che mi aspettavo qualcosa di più: pochi interventi di carattere teorico che possano costituire un punto di riferimento e molti report di sperimentazioni nell'uso di Blog e Wiki ed altri strumenti del Web 2.0. Purtroppo neanche le presentazioni della sessione plenaria sono state all'altezza di una conferenza così prestigiosa. Teemu Arina, giovane star dei congressi sul Web 2.0, pur con una presentazione molto curata gtraficamente, proponeva i soliti riferimenti al formale-informale e alla serendipità della Rete alla fine la pubblicità alla sua azienda di consulenza.

Erik Duval presidente del fallimentare progetto fondazione europea Ariadne ora si scusa e dopo 5 anni e milioni di euro investiti dice che forse abbiamo sbagliato, costringere le persone a riempire 80 campi di metadati per descrivere i learning object è stato un errore... e quindi ora propone una "federated research" con repositori inglobati da mezzo mondo e ricerche semplificate (staremo a vedere, del resto cosa si può pretendere da uno che è tuttora technical editor dei famigerati LOM - IMS Learning Object Metadata, quelli, tanto per intenderci che hanno inserito campi sul "grado di granularità" o sulla "densità semantica" di un LO?).

E poi Graham Moore che critica Wikipedia associandola ad Orwell di 1984 per cui se la maggioranza dice che due più due fa cinque questa diviene la verità ufficiale (critica un pochino esagerata vero?) Per non parlare della solita storia del "vino vecchio nella bottiglia nuova",
"il web 2.0 sì però.. conta il metodo, come si gestisce il processo di apprendimento..", eccetera eccetera...cose certamente vere, ma dimostrando di non capire l'essenza fondamentalmente diversa dei social software e le "affordance" che si trascinano con sè.

Ancora non hanno capito che le tecnologie modellano le nostre menti e quindi le nostre azioni:
pensate solo a come facevamo le foto prima di comprare la macchina fotografica digitale, stavamo molto attenti a scattare, una volta impressa nella pellicola l'immagine vi restava per sempre, il risultato si vedeva solo a foto stampata e poi un rullino ne conteneva al massimo 36. Oggi invece se ne possono scattare tante quante ne contiene la memoria a disposizione (virtualmente illimitata) e con molte esposizioni per ogni soggetto. Con il risultato che la qualità media è migliorata, non perchè siamo migliorati noi nella difficile arte della fotografia, ma semplicemente perchè su decine (o centinaia) di scatti di uno stesso soggetto possiamo scegliere quelli che sono risultati migliori. Insomma è cambiato il modo in cui facciamo le foto perchè le digitali ci garantiscono molti più gradi di libertà e anche i non professionisti possono avere delle soddisfazioni senza spendere un capitale.

Peccato infine per Freedman della Blackboard che non è potuto essere presente: il suo intervento "Incorporating 2.0 technologies, horizontal communities and human capital frameworks into the higher education setting" l'avrei sentito con interesse per molti motivi, non ultimo capire se il loro tentativo di integrare il web 2.0 nelle piattaforme avrà successo o meno.

***AGGIORNAMENTO direttamente da E. Duval che riporto qui:

Not sure how reliable the automated translation from Italian is, but google and babelfish both suggest you call ARIADNE "bankrupt"? I'm happy to point out that the ARIADNE Foundation (not project) is alive and well :-)

And maybe it wasn't clear from my presentation, but we rely on LOTS of metadata, LOM and others, to help people find relevant resources. LOM is certainly not "ill-famed" in the large communities that I work with. The point I tried to make is rather that LOM should be more hidden from end users. Metadata remain more crucial than ever though to enable sophisticated functionalities.

Just a clarification...

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