domenica 24 giugno 2007

Metadati & Ornitorinchi


Ho ricevuto una mail di Duval che mi chiede la ragione della mia posizione fortemente critica sui LOM (Learning Object Metadata) riguardo il suo intervento al convegno EDEN (Napoli) e chiarisce la sua "vision" in merito sostenendo che "The point I tried to make is rather that LOM should be more hidden from end users. Metadata remain more crucial than ever though to enable sophisticated functionalities." (vedi post precedente).
Io non credo che questo sia il punto. I metadati qualcuno, li dovrà pur inserire. Il problema è che l'utente finale non ha nessuna voglia di inserire 80 campi di spedifiche per ogni LO e spesso non ne condivide o non ne capisce la classificazione.
Se li inserisce un "esperto" o un bibliotecario egualmente si corre il rischio di ottenere una categorizzazione del tutto arbitraria perchè il bibliotecario *non è l'utilizzatore* e non è in grado di interpretare i contesti d'uso esplicitandoli con keywords adeguate. La soluzione probabilmente sta in un utilizzo ragionevole di una folksonomia accompagnata da una base standard di metadati (quelli Dublin core vanno bene , ad es.)
Che della difficoltà di inserire ed utilizzare i LOM sia convinto anche lui ne sono certo, anche se pensa ancora che il problema principale stia solo nella "noia" di compilare i campi:

June 1st, 2007
http://ariadne.cs.kuleuven.be/wordpress/eduval/?p=200
"One of our lessons in this category, to “lead by example”: I personally tried for many years to convince people to contribute extensive amounts of metadata, in order to describe their resources. I was actually sometimes kind of successful: people did enter the metadata in the electronic forms we provided. But the problem was that this success was always short-lived: after a few weeks, they would revert back to not entering anything beyond the very basic title and maybe the author information. After a long time and much resistance, I concluded that “electronic forms must die” and that we need to find other ways to collect the metadata.That was a very tedious process, but it did lead to our quite successful work on automatic metadata generation." [Duval]

in realtà il problema sta sopratutto a monte, proprio nell'atto di stabilire una classificazione adeguata per un oggetto: le keywords scelte sono infatti idiosincratiche e rispecchiano i contesti d'uso e le semantiche tipiche di una comunità.
Per non parlare del tema dell'intenzionalità: se siete persi sotto il sole giaguaro dell'Australia e cercate "ombra" questo è un tag che vorreste appiccicato alla definizione di "albero", mentre se cercate qualcosa da bruciare per scaldarvi probabilmente vi viene in mente il tag "legna"...potrebbe anche capitarvi di aver fame e trovare uno strano animale che si chiama ornitorinco: purtroppo siete di gusti difficili e non mangiate carne di mammifero. Chiedete al vostro amico aborigeno e vi dice che lo strano animale allatta i piccoli, ma fa le uova, ha il becco d'anatra ma il peolo da castoro....purtroppo il collegamento satellitare ad Internet non funziona ed il vostro dubbio sulla tassonomia delle scienze naturali dovrà rimanere irrisolto fino a che tornate in città. Intanto però non riuscite a staccare gli occhi dalla povera bestiola che sta arrostendo sul fuoco prontamente acceso dall'aborigeno e da cui si sprigiona un profumino delizioso...
...potreste anche decidere che il tag più adatto adesso è senz'altro la parola... "cibo".

2 commenti:

  1. quanti e quali metadata mi paiono questioni di lana caprina. Non vedo perchè sprecare tanto fosforo e tempo per una operazione pressochè inutile, i LO, appunto.

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  2. Corrado, stiamo condividendo qualcosa...cominciamo dalle slides.
    Dai un occhiata:
    http://webeconoscenza.blogspot.com/
    Ciao

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