
Domanda: l'ambiente tipico delle piittaforme di e-learning influenza e modifica le modalità cognitive dell'apprendimento?
Molti ritengono di sì e anche io credo che gli LMS spesso orientino verso un modello di insegnamento/apprendimento rigido, “istruzionista” in cui chi apprende fatica ad assumere il controllo del proprio apprendimento e non riesce a costruire conoscenza in modo efficace e collaborativo. Anche se è vero che molto dipende dall'approccio didattico che viene scelto all'interno del corso: che può oscillare fra i due paradigmi estremi dell'istruzionismo e del costruttivismo sociale.
Sta nascendo in effetti un forte movimento di opinione che spinge per l’utilizzo dei social software indipendentemente da ogni LMS poiché ora ..è il Web stesso la piattaforma.
La domanda allora cambia: possono i social software divenire un ambiente di apprendimento che sostituisca gli LMS? La conoscenza nel nuovo Web è condivisa, costruita dalle persone attraverso una complessa rete di interrelazioni sociali supportate da software specializzati in una funzionalità precisa e che si integrano efficacemente tra loro permettendo di crearci un network sul quale proiettare e costruire la nostra identità virtuale, ed in unltima analisi anche un vero e proprio PLE Personal Learning Environment (anche se fra una rete sociale ed un PLE ce ne corre). In questo senso stanno faticosamente emergendo teorie(?) come il connettivismo di G. Siemens che sostengono l'importanza della connessione al pari dei contenuti, che essendo dinamici, in quanto la conoscenza per sua natura lo è, necessitano di continui accessi, conferme, scambi dialogici.
Indubbiamente nei social software c'è del buono, che fare allora con i cari, vecchi LMS?
Ci sono due ipotesi:
Ipotesi A: integrazione dei social software negli LMS
"Creiamo una funzione Wiki, una di Blog, una simi-delicious eccetera...."
Problema: alcune piattaforme l'hanno già fatto (Moodle ad esempio)ma l’implementazione è uni-direzionale, ad es. blog e wiki sono visibili solo agli iscritti alla piattaforma…ci sono le login e le password. Il mondo resta fuori! In teoria l’utente dovrebbe poter decidere cosa tenere locale e cosa rendere pubblico con diversi gradi di privacy: ad es.: gruppo-->LMS-->università-->Web. ELGG ha già reso disponibile questo fondamentale controllo agli utenti.
Ma il vero problema secondo me risiede nella distinzione fra "gruppo" e "rete sociale" che rispecchia le esigenze diverse della nostra presenza reale nel mondo fra sfera stituzionale e sfera personale (vedi ipotesi "B")
Ipotesi B: usare i social software fuori dagli LMS, ma rendendoli complementari ai processi di apprendimento attivati nella piattaforma e al tempo stesso aiutare gli studenti a sviluppare specifiche competenze di Social Literacy. Questa dovrebbe essere una sorta di Information Literacy ampliata al concetto di abilità e conoscenze relative al processo di ricerca e gestione delle informazioni mediata dalle relazioni sociali on-line.
Concludendo: non vedo il crollo del concetto di piattaforma perchè esso risponde ad esigenze tipiche delle organizzazioni sul lavoro e formative legate sopratutto ad aspetti di certificazione e valutazione degli apprendimenti. Terrei distinti i due ambienti, rivalutando la funzione pedagogica delle istituzioni con presenza formativa on-line: i momenti didattici di tipo “formale” devono necessariamente fornire agli studenti anche metodi efficaci per poi proseguire l’attività di apprendimento attraverso i social software al di fuori dei LMS.
Anche perchè una totale apertura ai social software all'interno degli LMS li metterebbe a rischio di intrusioni che potenzialmente potrebbero distruggere l'attività didattica o renderla molto difficoltosa: pensiamo solo allo spam, ai troll e agli interventi fuori tema, eccetera.
E quindi avanti, alla ricerca di un delicato equilibrio tra istituzioni, persona, società, e...apprendimento.