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martedì 12 maggio 2009

Un Post-LMS manifesto

L'anno scorso scrivevo in un post della percezione diffusa a livello internazionale di tentare di superare il paradigma dell'e-learning basato esclusivamente all'utilizzo dei Learning Management Systems (LMS). Bene, questa percezione sta diventando un vero e proprio movimento di opinione: John Mott, tenta di sintetizzarlo in un "manifesto", post ripreso anche dal mitico Stephen Downes.
Ovviamente ci sono varie sfumature e posizioni. Personalmente ritengo che gli LMS
svolgano molto bene la loro funzione negli ambiti formali (scuola, università, azienda) ma al di fuori servono altri strumenti aperti, in grado di gestire la nostra interazione con il mondo, per comunicare e condividere risolvere problemi legati ai contesti di vita e professionali...cosa difficile da realizzare se si resta dentro un ambiente chiuso con login, password e amministratore di sistema.

venerdì 9 novembre 2007

Un Corso di Perfezionamento su Social Software e Web 2.0 per la Didattica

















Iniziamo allora questa avventura. Abbiamo già molti iscritti e la cosa mi fa piacere perchè evidentemente il tema è molto sentito. Speriamo di riuscire a costruire assieme un Corso efficace e ricco di stimoli. Io ci credo. Qui sotto tutte le informazioni per chi volesse partecipare a questa esperienza.

OBIETTIVI

Il profilo che si intende formare riguarda una figura esperta nella conoscenza e nella gestione delle funzioni del Web 2.0 secondo un modello collaborativo, basato sui software sociali per la creazione e la condivisione di risorse on-line. Oggi infatti chi apprende deve riuscire a "costruire" il proprio ambiente di apprendimento sia attraverso l'aggregazione di stimoli che provengono dalle tradizionali istituzioni educative, sia con il ricco universo informale della Rete, in continua evoluzione.

La "vision" del corso si situa perciò in quest'ottica di appropriazione del rapido mutamento tecnologico, che tende a modificare i contesti dell'apprendimento tradizionali, e vuole nel contempo suggerire una riflessione critica sul valore aggiunto dei social software: si tratta cioè di imparare a costruire dei veri e propri "Personal Learning Environment" (PLE), ovvero degli ambienti che ci permettano di gestire in maniera adeguata il nostro processo di relazione sociale e di life-long learning nella Rete, e al tempo stesso di acquisire le competenze per poterne guidare la costruzione in ambiti formativi e didattico-disciplinari.

Il corsista alla fine del percorso avrà quindi la capacità di conoscere, valutare e gestire strumenti del Web 2.0 , curando in modo particolare:

-la loro integrazione nello specifico contesto di lavoro(Aziende, Pubbliche Amministrazioni, Università, Scuole, Agenzie di formazione professionale, ecc.);

-l'organizzazione metodologica e culturale dei contenuti disciplinari (strutturazione di moduli ecc.) e le dinamiche comunicative (interazione, processi) a supporto dei processi di apprendimento in rete;

-i criteri di selezione e gestione delle risorse impiegate in rete;

-i criteri di valutazione e monitoraggio dei relativi interventi formativi.

Le attività del corso saranno sviluppate in un ambiente software atto a costruire tra i corsisti stessi una comunità di apprendimento utile per la condivisione di percorsi di lavoro comuni, esperienze condivise, scaffolding reciproco.

ATTIVITà DIDATTICA
I moduli didattici si svolgono da gennaio a settembre con attività collaborative guidate in ambiente online ; segue una fase di attività individuale o di piccolo gruppo (project work), con il supporto di tutor esperti.

Il project work sarà finalizzato alla sperimentazione diretta di quanto appreso nei moduli, ed all'incontro finale.

Il corso è finalizzato alla formazione della figura esperto nella gestione di Social Software e Web 2.0 per la didattica.

Il percorso formativo complessivo si compone di moduli didattici elementari per l'acquisizione delle necessarie competenze per utilizzo e gestione dei più recenti software e servizi su Web finalizzati alla:

- costruzione collaborativa della conoscenza (Wiki, Wikipedia);
-
comunicazione e condivisione (Blog, podcasting, video e Digital Storytelling);
-
condivisione di risorse (immagini, link, libri: Flickr, Delicious, LibraryThing, Anobii);
-
ricerca, selezione e aggregazione di informazioni (funzioni di Google, RSS e NewsReaders, NetVibes ed altri aggregatori);
-
informazioni georeferenziate (Google Earth e le mappe condivise).
-
costruzione di Reti Sociali (Ning ed altri)


Dall'integrazione di questi conoscenze e competenze, attraverso specifiche attività di "mashups " (un'applicazione web di tipo ibrido, cioè tale da includere dinamicamente informazioni o contenuti provenienti da più fonti) si sviluppano le competenze di base della figura che il corso di perfezionamento intende formare, e si forniscono nel contempo le basi teoriche e concrete per poter costruire con esse delle vere e prorie comunità di pratiche on-line.

Per l'iscrizione ed altre informazioni:
http://www.educazione.unipd.it/perfezionamento/social_software/iscrizione.html


I S C R I Z I O N E
La scadenza delle domande di ammissione è fissata per il giorno 17 dicembre 2007 (ore 10.00 chiusura procedura on-line – ore 13.00 consegna domanda cartacea). La quota di iscrizione ammonta a 523,12 euro.Il numero minimo di iscrizioni al Corso è pari a 15, il massimo a 100.

La struttura alla quale il candidato deve consegnare o spedire la domanda è: Servizio Formazione Post Lauream, Via Ugo Bassi 1 – 35131 Padova. Orari di apertura sportello: tutte le mattine dal lunedì al venerdì dalle10.00 alle 12.30, il martedì anche dalle 15.00 alle 16.30, il giovedì orario continuato dalle 10.00 alle 15.00. Saranno accettate solo le domande inserite via web (www.unipd.it/unienter), stampate, firmate in originale e pervenute all’indirizzo indicato entro e non oltre le ore 13.00 del 17 dicembre 2007.

La busta dovrà recare la seguente dicitura: “contiene documentazione per il corso in Social software e web 2.0 per la didattica.”. Utilizzare l’etichetta fornita con la domanda di iscrizione.

I N F O R M A Z I O N I
Telefono: 049 8271736……………………………
E-mail: news.formazione@scform.unipd.it
www.educazione.unipd.it/social_software




giovedì 10 maggio 2007

Ermeneutica di Twitter

Da quando sento parlare di Twitter mi torna spesso alla mente la parola "sincronicità". Ricordo a questo proposito con nostalgia l'uscita molti anni fa di un meraviglioso album dei Police, Synchronicity, che voleva inqualche modo rendere omaggio a C. G. Jung e alle sue ricerche sulle "coincidenze" occorrenze contemporanee di eventi nella nostra vita e la loro relazione con l'inconscio. Perchè la mente mi ha proposto questa associazione? Ci ho pensato. Il motto di Twitter è "Cosa stai facendo ora?". Cosa mi spinge a scrivere un breve messaggio che descrive cosa sto facendo, i miei sentimenti, i singoli istanti di vita? E cosa mi spinge a leggere i messaggi degli altri? Sicuramente è la curiosità, la voglia di entrare nella vita degli altri, anche se solo per un momento, e partecipare alle loro emozioni. E se, incidentalmente, eventi ed emozioni coincidono con le nostre, scatta quel senso di condivisione ed appartenenza e che ci fa riconoscere come appartenenti ad un unico flusso universale, carico di una forza vitale immensa, apparentemente indistinto e caotico ma in cui si distinguono delle correnti comuni.
Ma non è solo questo, Twitter non ha effettivamente alcuna funzione
pragmatica, ma ne ha una enormemente importante, psichica, "rassicurativa", è il richiamo dell' "io sono qui, tu dove sei?" tipico degli animali studiati da Konrad Lorenz, e cui bisogna rispondere. Se nessuno risponde vuol dire che ci si è persi. Perchè abbiamo bisogno di queste rassicurazioni così informali?

Quante delle connessioni attive attraverso i social software sono rassicurative e non pragmatiche?

E qual'è il prezzo da pagare per la continua richiesta di feed-back? Certamente significa il crollo dell'attenzione e della concentrazione (vedi il bel sito della Stone) ma in ultima analisi anche ammettere che disporre dell'attenzione degli altri per qualche minuto calma l'ansia temporanea, ma non risolve il problema di avere
l'attenzione *completa* e quindi un rapporto più profondo e significativo.
E quindi?
Twitter esiste e viene usato. Significa che risponde ad un bisogno che finora non aveva trovato il modo di esprimersi. Ma forse è anche la risposta più comoda e meno impegnativa. Ogni ora decine di contatti, ogni minuto leggo un altro frammento di vita..è come cambiare vita per pochi attimi. Cambiare tutto perchè nulla cambi.
Lo diceva anche Tancredi nel "Gattopardo".







lunedì 16 aprile 2007

Social Software e LMS: integrare od abbattere?

Riassumo qui il in sintesi il mio intervento di domani alla conferenza internazionale "Nuove Tecnologie e metodologie per la formazione a distanza. Orientamenti ed esperienze a confronto" del 16 e 17 Aprile. L’iniziativa rientra nel quadro del progetto europeo E-motion E-Learning for Population Mobility.

Domanda: l'ambiente tipico delle piittaforme di e-learning influenza e modifica le modalità cognitive dell'apprendimento?

Molti ritengono di sì e anche io credo che gli LMS spesso orientino verso un modello di insegnamento/apprendimento rigido, “istruzionista” in cui chi apprende fatica ad assumere il controllo del proprio apprendimento e non riesce a costruire conoscenza in modo efficace e collaborativo. Anche se è vero che molto dipende dall'approccio didattico che viene scelto all'interno del corso: che può oscillare fra i due paradigmi estremi dell'istruzionismo e del costruttivismo sociale.
Sta nascendo in effetti un forte movimento di opinione che spinge per l’utilizzo dei social software indipendentemente da ogni LMS poiché ora ..è il Web stesso la piattaforma.
La domanda allora cambia: possono i social software divenire un ambiente di apprendimento che sostituisca gli LMS? La conoscenza nel nuovo Web è condivisa, costruita dalle persone attraverso una complessa rete di interrelazioni sociali supportate da software specializzati in una funzionalità precisa e che si integrano efficacemente tra loro permettendo di crearci un network sul quale proiettare e costruire la nostra identità virtuale, ed in unltima analisi anche un vero e proprio PLE Personal Learning Environment (anche se fra una rete sociale ed un PLE ce ne corre). In questo senso stanno faticosamente emergendo teorie(?) come il connettivismo di G. Siemens che sostengono l'importanza della connessione al pari dei contenuti, che essendo dinamici, in quanto la conoscenza per sua natura lo è, necessitano di continui accessi, conferme, scambi dialogici.
Indubbiamente nei social software c'è del buono, che fare allora con i cari, vecchi LMS?
Ci sono due ipotesi:

Ipotesi A: integrazione dei social software negli LMS
"Creiamo una funzione Wiki, una di Blog, una simi-delicious eccetera...."
Problema: alcune piattaforme l'hanno già fatto (Moodle ad esempio)ma l’implementazione è uni-direzionale, ad es. blog e wiki sono visibili solo agli iscritti alla piattaforma…ci sono le login e le password. Il mondo resta fuori! In teoria l’utente dovrebbe poter decidere cosa tenere locale e cosa rendere pubblico con diversi gradi di privacy: ad es.: gruppo-->LMS-->università-->Web. ELGG ha già reso disponibile questo fondamentale controllo agli utenti.
Ma il vero problema secondo me risiede nella distinzione fra "gruppo" e "rete sociale" che rispecchia le esigenze diverse della nostra presenza reale nel mondo fra sfera stituzionale e sfera personale (vedi ipotesi "B")

Ipotesi B: usare i social software fuori dagli LMS, ma rendendoli complementari ai processi di apprendimento attivati nella piattaforma e al tempo stesso aiutare gli studenti a sviluppare specifiche competenze di Social Literacy. Questa dovrebbe essere una sorta di Information Literacy ampliata al concetto di abilità e conoscenze relative al processo di ricerca e gestione delle informazioni mediata dalle relazioni sociali on-line.

Concludendo: non vedo il crollo del concetto di piattaforma perchè esso risponde ad esigenze tipiche delle organizzazioni sul lavoro e formative legate sopratutto ad aspetti di certificazione e valutazione degli apprendimenti. Terrei distinti i due ambienti, rivalutando la funzione pedagogica delle istituzioni con presenza formativa on-line: i momenti didattici di tipo “formale” devono necessariamente fornire agli studenti anche metodi efficaci per poi proseguire l’attività di apprendimento attraverso i social software al di fuori dei LMS.
Anche perchè una totale apertura ai social software all'interno degli LMS li metterebbe a rischio di intrusioni che potenzialmente potrebbero distruggere l'attività didattica o renderla molto difficoltosa: pensiamo solo allo spam, ai troll e agli interventi fuori tema, eccetera.
E quindi avanti, alla ricerca di un delicato equilibrio tra istituzioni, persona, società, e...apprendimento.



lunedì 2 aprile 2007

Folksonomie, didattica & Co.



Ho scritto un articolo sulle folksonomie e sulle loro potenzialità didattiche circa un anno fa , e che è pubblicato su TD-Tecnologie Didattiche n.1-2006.
Inserisco qui il pdf, forse a qualcuno può interessare.
Magari ditemi cosa ne pensate...e se avete idee di come utilizzare il concetto di folksonomia nella pratica didattica.

Download PDF:
“Folksonomie” nella Rete: costruire categorie alternative, creative ed interculturali